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Partito tradizionale che cavalca i temi cari all'estrema destra, come l'immigrazione e la sicurezza; oppure partito territoriale sul modello della Csu bavarese e degli autonomisti catalani; o, ancora, forza politica trasversale - costola della sinistra, alleata inossidabile di Berlusconi - destinata a scompaginare i vetusti schieramenti ereditati dal Novecento. C'era un solo modo per sciogliere simili dubbi, che si trascinano da oltre vent'anni: dare la parola ai leghisti. Si sono presi la briga di farlo gli autori di questo libro, con la prima vasta indagine su militanti, eletti e ceto politico della Lega. Ripercorsa la storia del movimento, sfogliato l'atlante del suo insediamento elettorale, tracciati gli organigrammi interni (correnti, fazioni, posizionamento rispetto a Bossi), sale finalmente alla ribalta il popolo leghista, fino ad oggi un mito, un luogo comune, una fantasia giornalistica. In una delicatissima transizione, con il partito che piange la verginità perduta nell'ultima, sofferta, esperienza di governo, il coro delle voci padane riserva non poche sorprese.